"Look What the cat dragged in", Poison 1986

A volte le idee migliori vengono fuori quando meno te lo aspetti e succede lo stesso per i vinili. Ti trovi a frugare in qualche scatola bistrattata dai più e salta fuori quella che per te è una chicca inaspettata. Così va a finire che ti ritrovi per le mani un album dei Wasp, uno dei Ratt e per non farti mancare niente in mezzo a questa infestazione di insetti e roditori, ne tiri fuori uno anche dei Poison. 

Mi piacerebbe tanto portarvi a vedere la mia collezione di vinili, ma in questo caso sarà proprio il vinile a venire da voi. O meglio... sarà il gatto a portarvelo 😂 sì perchè "Look what the cat dragged in", tradotto letteralmente: "guarda cosa ha portato il gatto" (un modo ideomatico di dire: "guarda un po' chi è arrivato") è proprio il primo album prodotto dalla band di cui parliamo oggi, i Poison!

Generalmente (quello che ho notato nella mia personale esperienza, almeno...) è che la musica asseribile a generi come il "glam - hair metal" ed in generale risalente agli anni '80, sia sempre un po' bistrattata e dimenticata nel suo angolino dei ricordi, un po' come la zia ubriaca al matrimonio di tuo cugino o "quella volta che ho preso le piattole". Mi sono sempre chiesta la motivazione... forse per l'estetica super eccessiva dei gruppi che popolavano la scena musicale dell' epoca? O perchè nessuno vuole ricordarsi della zia che ha vomitato addosso agli sposi? Chi lo sa, fatto sta che a me è sempre piaciuto molto tutto questo super abuso di chitarre e vocine in falsetto, oltre all' eccesso di colori, make up e brillantini. In più (ma questa è una mia modesta opinione) i figaccioni truccati, con il pacco stringato nei pantaloni di pelle e i capelli lunghi fanno sempre piacere da vedere. 

Non tutti ovviamente, per cui se sei un figaccione per favore NON mandarmi le foto del tuo pacco nei pantaloni di pelle. Per chi fosse interessato, comunque, il format è in home.

Ma andiamo oltre a questo mio kink pre adolescenziale puramente estetico - musicale.

Sarò sincera, non ho nessuna pretesa di darvi nozioni approfondite sul gruppo o sull' album, per cui se cercate quello non troverete ciccia, anche perchè se seriamente vi frega... esiste Wikipedia.

Se ti piacciono le cose fatte bene generalmente vai a vederti l'Ensemble di Parigi, visiti luoghi curati come la Cappella Sistina, mangi da Cracco... io vado alle sagre, mangio il panino con la salamella mentre vedo la gente ruttare e me lo faccio bastare, anzi oserei dire che addirittura lo preferisco di gran lunga agli "hobby pettinati". Mi piacciono anche anche quelli, ma venire qui e pretendere la perfezione è un insulto. 

Questo è un raffinato locale di massaggio rilassante alla testa, ma per pelati.

La musica va ascoltata ma soprattutto sentita, questa è la mia visione. Se devi spiegare la musica hai già mezzo perso. E' come spiegare una battuta: quando la spieghi non l'hanno capita.

Devi, però, darti delle regole (e un budget se non vuoi diventare un clochard), nel mio caso le seguenti:

- Ascolta quello che ti piace e compratelo: prendi un vinile, un cd, quello che ti pare... ma COMPRA musica su supporto. Ovviamente compra anche il lettore altrimenti il cd potrai utilizzarlo come addobbo per l'albero di Natale o come si usava anni fa, sulla macchina per evitare di prendere la multa dell' autovelox (qualcuno sa dirmi se questo metodo è realmente mai funzionato?). 

Non fermarti a Spotify. Quello va bene per fare degli ascolti, per conoscere "roba" nuova, ma per goderti un gruppo la cosa migliore da fare è certamente mettere un vinile sul piatto e abbassare le luci. Beh, oddio, in questo specifico caso (Poison), se le abbassate probabilmente abbasserete anche le mutande, ma questo è un altro discorso che dovete approfondire col vostro partner e di cui, per inciso, io non voglio sapere nulla.

- Vai ai concerti! La musica va vissuta, è un' esperienza.

-  Più canzoni ascolti meglio è. Non piantarti su un genere, diventerai un troglodita. Le tue orecchie di atrofizzeranno fino ad essere risucchiate nella testa ed entrarti nel cranio.

- Rendi gloria al basso! Ok. Non aveva senso ma ogni tanto vi ricordo che il basso esiste così non vi dimenticate della sua indispensabile presenza.

- Tieni la mente aperta! Non fidarti delle copertine, anche perchè quattro omaccioni con la matita e il rossetto, forse non sono il tipo di persone che frequenteresti il sabato sera, ma magari hanno qualcosa da dirti e poi perchè no... potresti sempre cambiare idea e metterti il rossetto pure tu. Ma soprattutto ascolta veramente qualcosa prima di basarti sul "sentito dire".

Sì ma arriviamo al dunque? Ok, basta cazzeggiare, altrimenti finirete col pensare veramente che non ho accesso a Wikipedia.

Siamo nel 1986: ci sono quattro bei ragazzotti che si ritrovano tra loro e si dicono: "sapete che c'è? Registriamo un album!" vanno alla Music Grinder Studios di Los Angeles e in 12 giorni lo sfornano, liscio-liscio come uno sfilatino dal forno. Forse non è andata esattamente così, ma a me piace immaginarla in questo modo. E poi tanto noi non c'eravamo, quindi chi lo sa com'è andata veramente...

Come auspicabile all' inizio - come tutti i progetti appena nati - nessuno se li fila, poi qualcuno se ne accorge, forse affascinato dal mascara di Bret Michaels (cantante) efficacemente spalmato in copertina (e come biasimarlo...), il disco va da dio, Billboard lo piazza in classifica al terzo posto, fa qualche platino, vende diversi milioni (4) di copie, diventa un capostipite del genere "hair metal" ecc. ecc. giusto due cosine.

In tutta sincerità vi dirò che non sono decisamente una gran fan delle ballad struggenti dei Poison tipo: "Every Rose has its thorns" e forse è proprio per questo che "What the cat dragged in" è in assoluto il disco dei Poison che preferisco. E come molti debutti, lo ritengo tra i più riusciti. Chissà perchè, il primo album è quasi sempre il migliore. Mah...

Il vinile contiene 10 tracce, quasi tutte accusate di plagio da parte di altre band, infatti per "I Want Action" la band dovette pagare i diritti ad una band svedese, gli "Easy Action"... (qui era tutto un "action", comunque. Forse anche una legal-action). Ma si sa, dall' alba dei tempi, nell' industria musicale funziona così: io faccio un riff e tu me lo rubi. E' tutto un arriff e arraff 😂.

Ma parliamo di musica. Il disco apre con "Cry Tough": un classico kick ass con una bella batteria che ti da la spinta, una lyrics con quel sapore agrodolce di fondo, carico di quei fantastici motivetti motivanti, classicamente anni '80 che ti invitano a seguire i tuoi sogni. Bret canta: "You gotta cry tough out on the streets, to make your dreams happen, you gotta cry out, out to the world, to make them all come true"... perchè la vita è crudele bambina, ma i Poison sono qui a dirti che ce la farai. Vai e combatti per i tuoi sogni, prenditi quello che ti spetta! E forse anche qualcos'altro.

Da lì si passa a: "I Want Action", la bambina si è intenerita, vi guarda con due occhioni sognanti ed ecco il momento che aspettavate, finalmente ve la potete lavorare per bene con una canzone energica che la faccia scogliere come la neve al sole: "you've got the love I need tonight". Vi ricordate il vinile, le luci sempre abbassate? Ecco ora siete con il whiskey in mano, ma le mutande ancora addosso. Con "I won't forget you" si torna alla ballata classica. La ragazza è ancora un po' nervosa, si sa che con le donne ci vuole un po' di tatto. E' bene mostrarsi cauti e per questo esiste un filone di lenti appositi, da me teneramente rinominati "strappamutande".  Lei sembra sciogliersi, si avvicina, vi balla intorno... insomma la situazione si è un po' scaldata, sembra che ci stia e allora... vai con: "Play Dirty". Ve lo dice anche Bret: mettete giù il whiskey che si rovescia. Ed ecco che il gatto entra in camera... "Look what the cat dragged in" è quando ricordate alla tipa che siete dei veri bad-boy e questo di solito alle donne piace. Avete già preso il volo o meglio siete scesi, in quanto non si sa per quale motivo, siete finiti in uno scantinato, dicendovi porcate: "Talk dirty to me" è inaspettatamente un vero e proprio manifesto heavy metal: riff di chitarra convincenti e solidi, ottima linea melodica, orecchiabile a tal punto da entrarti in testa, ben equilibrata nel bilanciamento degli strumenti... tutte motivazioni per la quale è entrata nelle classifiche mondiali (scusate è la mia preferita per cui dovevo citarla a modo). 

La nottata purtroppo è finita, vi siete svegliati in hangover e nella vostra testa risuona un grido d'aiuto: "Want some, need some", il vostro cervello vi ricorda che forse è ora che troviate qualcuno per cui valga la pena mettere la testa a posto. Ma voi siete fuori controllo, andate con due tipe a sera, una a destra ed una a sinistra, quindi... quando risuonano le prime note di "Blame it on you" è già passato del tempo da allora, avete sistemato le idee ma vi siete trovati una tipa pessima: una sanguisuga arrivista che vi prosciuga il conto in banca e si approfitta di voi. Blame on you! Ma niente paura voi siete sempre i n. 1 "Bad Boy" della serata precedente, capaci di infuocare il letto e anche il palco... "Let me go to the show" è il degno finale per chiudere col botto: rock al punto giusto, cattivo al punto giusto. I riff di chitarra di CC De Ville vi porta su di giri, il basso di Bobby Dall incalza, la batteria di Rikki Rockett vi porta a 200 perchè, ve lo dice Bret Michaels: la vita è un rodeo rock'n'roll.


Tracklist

1. Cry Tough

2. I Want Action

3. I Won't forget you

4. Play Dirty

5. Look What The Cat Dragged In (LA MIA PREFERITA)

6. Talk Dirty To Me (LA MIA SUPER PREFERITA)

7. Want Some, Need Some 

8. Blame It On You (UN' ALTRA PREFERITA)

9. # 1 Bad Boy 

10. Let Me Go To The Show

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