Live Report - Tame Impala "Slow Rush Tour" @ Ippodromo di San Siro 07/09/2022

L'antilope africana, detta anche "orice" è un grosso animale erbivoro generalmente mite, ma che a causa delle lunghe corna acuminate, riesce ad incutere un certo timore perfino ai suoi naturali predatori: leoni, ghepardi, tigri, licaoni e grandi felini correlati...
"Tame Impala" significa letteralmente "antilope addomesticata", ma il gruppo australiano capitanato da Kevin Parker - che per anni ha portato avanti il suo progetto registrando da casa - promette di non essere troppo "domestico" ed in effetti, come tutti gli animali selvatici, risulta un po' imprevedibile. 
L'abilità di improvvisare tipica di questa band si palesa, infatti, anche all' interno delle loro esibizioni live e non ne è certo stata esente l'unica data italiana prevista all' Ippodromo di San Siro a Milano, il 7 Settembre scorso. 


Le canzoni vengono suonate in chiavi differenti e il tempo si dilata e si accorcia a seconda del momento, in un viaggio lisergico fatto di suoni, luci e colori... o sarebbe meglio dire trip?
Sì, perchè tutto parte con un "finto" spot a promozione di un farmaco, il "Rushium", dall' ultimo disco inciso "Slow Rush" (2020) che da la paternità al tour. I tre schermi del "Milano Summer Festival" si accendono contemporaneamente e compare l'immagine di una scienziata che ci avvisa che è giunto il momento di assumere la nostra "dose". Ma attenzione: gli effetti potrebbero essere totalmente soggettivi! Dalla lieve distorsione, all' intero collasso dello spazio tempo. 
L'immagine comincia ad alterarsi, le parole rallentano improvvisamente, deteriorando fino a scomparire e lasciarci quindi al buio. Ancora in preda alla confusione veniamo catapultati in un universo di luci stroboscopiche. I fari scendono dall' alto, attraverso un grande disco volante alieno pronto a rapirci: pulsano, girano, si alzano e abbassano variando di colorazione ed intensità, arrivando a contornare i musicisti come un' aureola. Fasci di luce si espandono, allungandosi dal palco verso il pubblico e scoppi di lustrini ci accecano...


Tutto risulta "psichedelico", complice anche la presenza di "rushium" in forma gassosa tra gli spettatori. Se non fosse per lo smartphone ad indicarci - come una stella polare - la data 07/09/2022, sembrerebbe di essere tornati indietro nel tempo. Le antilopi "australiane" portano alla memoria ricordi atavici: ricordiamo infatti che affondano le proprie radici ed estraggono linfa vitale, da quel terreno fertile che è il rock psichedelico tra i '60 e '70, sostituendo però i tamburelli dei Fleetwood Mac ai software.
Il riverbero e l'elettronica sembrano infatti farla da padrone, tanto che risulta impossibile stabilire se  (soprattutto durante la prima ora di concerto), la musica sia effettivamente suonata "dal vivo" oppure no, impressione che viene un po' sfatata alla partenza di una "Lost in Yesterday", un po' stentata e claudicante. 
Rimane il fatto che l'intero spettacolo, unito alla capacità unica di coinvolgere gli spettatori - arrivando addirittura ad interrompere la performance e dialogare col pubblico quando un fan viene soccorso in seguito ad un incidente - rende i Tame Impala "spontanei" nel senso vero e puro del termine e decisamente amabili, come l'impenetrabile mammifero a sangue caldo che li meglio rappresenta.

Scaletta:

One More Year
Borderline
Nangs
Disciples
Breathe Deeper
Posthumous Forgiveness
Elephant
Love/Paranoia
Apocalypse Dreams
Let It Happen
Feels Like We Only Go Backwards
Lost in Yesterday
Eventually
Runway, Houses, City, Clouds
New Person, Same Old Mistakes
The Less I Know the Better
One More Hour

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